domenica 17 aprile 2016

Primavera senza padroni



"Per una terra senza padroni", recita la presentazione del Rovo, l'occupazione agricola realizzata oramai oltre un anno fa, alle vecchie "Serre" di via del Guarlone, da compagne, compagni, giovani e abitanti della periferia sud di Firenze. Un'occupazione che ha restituito alla vita uno spazio che era stato lasciato oramai da tempo immemorabile all'abbandono, al degrado, allo spaccio. Un'occupazione che ha rappresentato, per chi la ha realizzata e portata avanti tra mille difficoltà (perché ci sono state e ci sono, inutile nasconderlo!), anche la messa in pratica di un vecchio slogan che si è sentito tante e tante volte urlare alle manifestazioni: Eroina, fascisti e polizia, dai nostri quartieri vi spazzeremo via! Beh, verrebbe da dire: tra uno slogan e la pratica passa parecchia differenza. La differenza sta, appunto, nell'agire per mettere in atto quel che piace tanto dire o urlare. Chi sta mandando avanti l'esperienza del Rovo non si è fermato certo agli slogan durante questo o quel corteo. E così il Rovo del Guarlone, con tutti coloro che ci lavorano e che agiscono per esso e per dimostrare che esiste un'altra via che non sia quella delle logiche del mercato e del lavoro capitalista, e dove si possa realmente vivere senza padroni, è sempre lì e ha organizzato pure la Festa di Primavera!


Sabato scorso, 16 aprile, com'era già stato preannunciato su questo blog informativo e anche con centinaia di volantini distribuiti per i quartieri della zona, al Rovo c'è stata, appunto, la Festa di Primavera. E, come si può vedere dalle foto, la Primavera ha deciso di contribuire in grande stile all'iniziativa, con una giornata magnifica e calda. Oltre una sessantina di persone, nell'arco della giornata, sono arrivate al Rovo dove era stata approntata, sia dagli occupanti sia dalle compagne e dai compagni del Collettivo del Fondo Comunista, un'abbondanza di cibarie e di bevande per tutti (compresa la favolosa cancháchara cubana, un mix di rum, miele e limone). Un profluvio di gente, bambini e cani per dare modo all'occupazione di poter avere qualche finanziamento per comprare, soprattutto, attrezzature. E se qualcuno per caso ne avesse a disposizione e volesse contribuire...sarà sempre ottimamente accetto!






Il Rovo è un posto stupendo, e forse lo si intuirà anche solo un po' da queste fotografie che stiamo qui inserendo. Ma, certo, perché -se abitate nella zona di Firenze Sud, non ci venite a dare un'occhiata di persona e a farci visita? Non soltanto per il posto, certamente, ma anche per constatare coi vostri occhi che, a due passi dalle vostre case e dai quartieri dove vivete, esiste un modo nuovo e antico al tempo stesso per opporsi fattivamente al degrado capitalista, che è degrado non soltanto dei luoghi. E' degrado delle coscienze, degrado dei rapporti di produzione, degrado dell'ambiente come specchio preciso dello sfruttamento cui il capitale sottopone persone e cose. Noi siamo padroni di niente e servi di nessuno; per questo, il Rovo non è una "operazione di recupero" di uno spazio che le istituzioni cittadine hanno lasciato volutamente all'abbandono (nella probabile attesa di un suo sfruttamento speculativo): è una proposta di cambiamento radicale. Per far vivere questa proposta e per diffonderla all'interno di una realtà locale abbiamo bisogno di tutti voi. Del vostro aiuto e della vostra solidarietà. Del vostro interesse e della vostra conoscenza. Del vostro impegno o di una vostra semplice, piccola mano. Di tutto ciò che potete o vi sentite di dare.


Giornate come quella di sabato scorso con la Festa di Primavera servono esattamente anche a questo. C'è stata pure un po' di musica, con la band dei Café Express e col rapper di zona Nano 3. Diciamo "un po'", perché, chiaramente, la nostra non è una realtà che ancora si può permettere granché. Non siamo di certo il gran centrone socialone coi "nomi di grido" e con le sue iniziative strombazzate di qua e di là, che costano e che fruttano migliaia di euro. Qui siamo pòeri. Siamo a barcamenarci ancora per un allacciamento o per comprare un po' di attrezzi, coltivando verdure per la vendita diretta senza intermediari di mercato e proponendo una reale alternativa nel bel mezzo della città. Siamo a sistemare i terreni e la casa colonica che erano in delle condizioni da fare paura. Essere veramente senza padroni, o cercare di esserlo, non è né semplice e né indolore. I problemi sono enormi, perché tutto questo proviene da realtà autenticamente proletarie che hanno deciso di non arrendersi e di non "istituzionalizzarsi". Certo, vedendo che cos'è adesso il Rovo dopo esserci entrati la prima volta la mattina del 7 febbraio 2015 (il giorno dell'occupazione), ci sprona non solo a andare avanti ma anche a dirci e a dire a tutti che non si torna indietro.

 


Ciononostante, noialtri chi viene al Rovo per una festa o per qualsiasi altra cosa, lo si tratta bene. Lo si fa mangiare e bere ammodino. Se lo desidera, si può divertire, chiacchierare, ascoltare la musica o farsi una passeggiata nel verde a cinquecento metri da casa sua. Oppure mettersi tranquillo da una parte a leggere o a stare per un po' solo con se stesso, in piena libertà.



E quante ce ne sarebbero ancora da dire, non solo sulla giornata di sabato scorso al Rovo! Tante, e forse addirittura troppe. Forse la cosa migliore è tornare direttamente al bambino sorridente che si sbafa, nella prima foto di questa pagina, un piatto di pasta al sugo più grosso di lui. Non per fare l' "immaginetta idilliaca" o roba del genere, ma perché anche quel bambino è un proletario, figlio di proletari del quartiere, che era lì con la sua mamma la quale è uguale a noialtri. Nessuna differenza, soprattutto quando c'è da capire al volo certe cose. Nessun "idillio" e nessunissima ostentazione di una "potenza" che non abbiamo e che non vogliamo. Altro è quel che ci abbiamo in mente, al Rovo. Perché da noialtri anche la Primavera è senza padroni, e non soltanto in una pur bella giornata d'aprile. Per la quale, ed è un obbligo che rispettiamo più che volentieri, dobbiamo ringraziare non solo chi ci ha lavorato e ci ha partecipato, ma anche tutte quelle realtà cittadine che ci hanno sostenuto, oggi come ieri. E come domani!




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